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La scelta del luogo

La prima fase è stata decisamente utile a capire i nostri committenti. Bisogna sottolineare che da qualche anno i Wu Ming hanno intrapreso una sorta di sciopero delle apparizioni pubbliche nella loro città, Bologna.
Le motivazioni sono molteplici, e sono state da loro chiarite in più sedi. Per non essere troppo esegetici, travisando magari le loro ragioni, rimandiamo alla fonte primaria. In ogni caso, abbiamo discusso a lungo dell’argomento, del rapporto di amore catulliano con la città. Ed è sorta la prima manifestazione di quello che poi abbiamo scoperto essere il tema dell’intero progetto: il dualismo e la contraddizione.
Oltre che avere le loro radici a Bologna, alcuni dei Wu Ming -trentacinquenni in gran forma- hanno anche delle compagne, dei figli.
Probabilmente se fossero rimasti le giovani teste calde di dieci anni fa si sarebbero già trasferiti in qualche foresta sudamericana con il machete in mano. Ma, come tutti, sono cresciuti. Sono maturati. E hanno deciso di continuare a combattere, giorno per giorno, dove sono. E dove, nel frattempo, hanno costruito una rete affettiva parallela alla loro rete professionale su scala globale. Guerriglia e pannolini.
In questo quadro, dopo alcune discussioni sofferte, si è giunti ad una conclusione di compromesso: allontanarsi da Bologna, almeno per il momento, era per loro impossibile per ragioni più personali che professionali. Di contro, il collettivo aveva ormai deciso che la città, per il momento, aveva con loro poco di che spartire.
L’unica possibilità praticabile sono sembrati i colli: un’altra sublimazione del conflitto, parte di Bologna ma già campagna, un lontano profumo di foresta boliviana a due passi dalla fermata dell’atac.
Come due amanti litigiosi, che non sanno stare lontani, ancora per qualche tempo. Dei segnali di riavvicinamento, dal novembre 2008, ci sono già stati.
Quella dei colli è una scelta che dice: siamo ancora qua, nonostante tutto. Siamo solo un po’ in disparte, pronti a saltare all’attacco come un leone nella boscaglia.

Dopo alcune ricerche e sopralluoghi in compagnia di Wu Ming 4, abbiamo individuato un terreno adatto alle necessità, e nuovamente simbolo di altri contenuti. Situato nella prima cerchia dei colli, a sudest della città, raggiunto da una strada che si inerpica salendo da via Toscana.
Icastico quanto basta, situato in vicolo del bosco.
La vista della città vecchia è preclusa dalla presenza del monte Donato. Si vede invece, dal terreno che digrada verso nord, tutta la periferia nuova della città. Ancora una volta, a ricordare che è a quella Bologna, quella giovane, meticcia, dei bolognesi veri e degli immigrati, delle famiglie fresche di nascite, che i Wu Ming preferiscono rivolgersi, piuttosto che alla parte istituzionale, incartapecorita. Quella delle università che, distratte, fingono di non conoscerli, al contrario del MIT. Pazienza, nemo propheta in patria. Ci sembra se ne siano fatti una ragione.
Sul terreno è attualmente presente un rustico con annesso granaio, il cui trattamento verrà discusso più avanti.